Viceversa



Roots Viceversa


Insopportabile è l’interlocutore propenso all’ottimismo estremo

avvalorato dalla convinzione della necessità di godersela

perché tanto un giorno moriremo.

 

I fiumi scorrono in un’unica direzione,

lui risale la corrente con persuasione,

sputando sentenze e assestando viceversa

volti a rendere relativa persino l’assoluta tempesta

che ovunque imperversa.

Tedioso e pedante,

l’esser bastian contrario non è un’attenuante!

 

Il bicchiere per lui è costantemente mezzo pieno,

ovvio, è astemio e considera il vino veleno.

Chi beve solo acqua nasconde sempre qualcosa,

sarebbe capace di spacciare per vodka liscia la gazzosa,

glissando su evidenti bollicine di anidride carbonica,

un’effervescenza non confacente, in quel contesto,

a una nobile indole tutt’altro che malinconica.

 

Temerario affabulatore da foresta amazzonica,

si barrica tuttavia nella noiosa prudenza di una relazione platonica

e non ha nemmeno il coraggio di ammettere il vizio della salute

palesato in bevute del sabato sera orientate a provvidenziali spremute.

 

Per il pessimista il bicchiere è completamente vuoto,

di un vuoto che non è nemmeno a rendere,

perché si è già scolato il bevibile

e non ha che quella coppa di vetro da difendere.

 

Riconosciuto viveur

propenso al decanter

s’improvvisa sommelier,

dimostrando la tenuta di gioco di un alticcio croupier,

degustando inebrianti prospettive alcoliche alla Escher,

mondi impossibili e postulati di teoria della relatività,

supportati da un arzigogolato spirito di libertà.

 

In vino veritas è il caso di ricordare,

inoltre a secco non sa nemmeno dove andare,

e se tra lui e l’antagonista

si frappone un mediatore realista

nel confronto più facilmente conversa

adducendo i suoi, di viceversa.

Rincuorandosi del fatto che se dalle scale c’è chi scende, c’è chi sale

l’importante è scenderle almeno in verticale.


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