Tundra



Roots Tundra 1


Chi in pubblico fa tremare i fragili dalla paura,

in privato si spaventa se in mezzo ai denti riscontra tracce di verdura.

 

All’assioma non si sottrae Aloe Vera,

temendo, più di chiunque altro, dello specchio il giudizio,

oracolo dall’impietoso responso incuneato in ciò che è,

tra comprensione e angherie, un interstizio.


Roots Tundra 2

 

Quello del portacipria la distorce, intralciandole il make up,

indispettita risponde con un irridente clap clap.

Trousse o specchiera non vi è alcuna differenza,

l’immagine di rimando non è riflessa,

bensì di rottura e risultato di una deviata rifrangenza.



Roots Tundra 3



Aloe si appella contro la sentenza

di una slavata Tundra,

portavoce della sua coprente coscienza.

Pigmento insolubile in corruzione,

inzaccherata di talco di depressione,

sul grande schermo di lastre a parete

si palesa come palla al piede,

stretta tra gli algidi ghiacci della diffidenza

e la taiga della buona fede.



Roots Tundra 4



Alberi di speranza non svettano nei suoi cieli,

muschi e licheni soppiantano radici

che non attecchiscono in meandri così crudeli.

 

L’estate è in Tundra pressoché inesistente,

piovono contenute lacrime solo su qualche salice,

piangente ovviamente.


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